La crescita di Ter Stegen, il portiere del futuro

Negli ultimi giorni si è parlato dell’interessamento del Liverpool per il giovane portiere del Barcellona Marc-André Ter Stegen. Per ora il club catalano non sembra disposto a privarsi dell’estremo difensore tedesco ed è difficile dargli torto. Infatti, nonostante le critiche ricevute per qualche sbavatura (come in occasione del gol subìto da centrocampo da parte di Florenzi o nella Supercoppa Spagnola, quando un suo colpo di testa poco preciso favorì il vantaggio dell’Athletic Bilbao) Luis Enrique gli ha sempre rinnovato la propria fiducia. Anzi, si può tranquillamente affermare che Ter Stegen sia una scommessa del tecnico asturiano, che lo ha fortemente voluto dal Borussia Monchengladbach, il club che ha lanciato il giovane tedesco e nel quale il ragazzo classe 1992 ha militato fin dall’infanzia. E finora l’estremo difensore rappresenta una scelta azzeccata.

Ter Stegen è una scommessa vincente per varie ragioni. In primis, a suo favore, c’è l’età: ha solamente 23 anni ma mostra un potenziale tecnico già considerevole. Sicuramente, al momento è il portiere più forte della sua generazione e ha dei margini di miglioramento incredibili. E il Barcellona ha un buon fiuto per quanto riguarda i baby talenti… Dal punto di vista tecnico, Ter Stegen ha un bagaglio notevole: ha degli ottimi riflessi ed un gran colpo di reni, come ha dimostrato abbondantemente in occasione del match di ritorno tra Bayern Monaco e Barcellona, con due strepitosi interventi su Lewandowski; il tedesco ha anche un buonissimo senso della posizione e nell’uno contro uno è un cliente molto scomodo per gli attaccanti. Somiglia molto al connazionale Manuel Neuer nel suo modo di interpretare le uscite basse alla maniera del portiere da calcio a 5 (allargando braccia e gambe per coprire lo specchio della porta) e per l’abitudine a servirsi del polso o del braccio per deviare palloni difficilmente leggibili o conclusioni ravvicinate. Inoltre Ter Stegen ha un altro aspetto comune al numero 1 al mondo: ha un’ottima visione di gioco e sa utilizzare al meglio i piedi, con i quali spesso si concede il lusso di dribblare gli attaccanti e si disimpegna della sfera senza mai buttarla via o regalarla agli avversari. Si può considerare il prototipo del portiere moderno, sicuro nelle uscite, affidabile tra i pali e determinante nella manovra corale e nel giro palla della squadra. Anche lui interpreta il proprio ruolo con le caratteristiche del libero vecchia scuola ma rispetto a Neuer è più sicuro tra i pali che nelle uscite. Un aspetto su cui deve ancora lavorare, oltre ad altri piccoli dettagli che per ora lo rendono ancora grezzo ed acerbo rispetto ai primissimi interpreti della sua categoria. Ma a 24 anni ancora da compiere, il ragazzo ha tutto il tempo per farsi le ossa e per imparare. E quale miglior palestra, se non il club più forte al mondo?