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Dubbi, infortuni, nervosismo: cercasi serenità per il Barcellona

Dubbi, infortuni, nervosismo: cercasi serenità per il Barcellona

Luis Enrique, 45 anni
© foto di Federico Gaetano
 di  Federico Mariani   vedi letture

Al Barcellona serviva una vittoria per ridare fiducia ad un ambiente ancora sotto shock per l’infortunio occorso a Lionel Messi nel corso dell’ultimo incontro di campionato. Sono arrivati i tre punti, anche se al termine di un match combattuto contro un ostico Bayer Leverkusen, ma non la serenità. Anzi, l’ambiente catalano è una vera polveriera, con forti segnali di nervosismo, pronti a palesarsi al prossimo inciampo del percorso. Questa situazione di equilibrio precario è dovuta a tanti fattori, intrecciati tra loro. In primis, in questo avvio di stagione i blaugrana sono stati bersagliati dalla sfortuna, che si è accanita ripetutamente sui catalani, colpiti da gravi infortuni. Claudio Bravo è fermo per un problema alla gamba. All’Olimpico, nel debutto in Champions League, Rafinha si è lesionato il legamento crociato anteriore del ginocchio e rientrerà solo a fine stagione; poi è toccato a Messi abbandonare i compagni contro il Las Palmas con il collaterale KO ed una convalescenza di circa due mesi. E martedì è stata la volta di Iniesta, fermato da un guaio muscolare, che lo terrà lontano dai campi per un mese. Tre pedine fuori gioco e una prima parte di stagione decisamente in salita. Finora il percorso tra campionato e Champions League sta proseguendo bene ma questi continui infortuni stanno condizionando le prestazioni della squadra, minando le certezze costruite nell’ultima annata.

Ed in effetti il gioco espresso finora dal Barcellona è stato lontano parente di quello ammirato da febbraio a giugno: lenti, prevedibili, barricati dietro ad un tiki taka scontato. Non è un caso se la squadra di Luis Enrique ha sempre faticato a sbloccare il risultato e sia riuscita a fare la differenza solamente nella ripresa. Segno di un sistema di gioco farraginoso e anche di una condizione che sta crescendo. Probabilmente gli automatismi torneranno ad essere perfetti tra qualche mese ma probabilmente le assenze di giocatori chiave potrebbero ritardare nuovamente il ritorno alla normalità. Inoltre, si spera di recuperare i titolari il prima possibile anche perché finora le riserve non sembrano essere all’altezza: su tutti basti pensare al portiere Ter Stegen, ultimamente finito nell’occhio del ciclone per alcune prestazioni rivedibili ma non totalmente negative, considerando anche la giovane età del tedesco. Ma in questo momento la consapevolezza di faticare più del dovuto per ottenere risultati che erano considerati facilmente conseguibili ha reso notevolmente più nervoso tutto l’ambiente catalano e anche i piccoli errori finiscono per essere bollati come svarioni macroscopici.

Questa accentuazione delle imprecisioni è accresciuta ulteriormente dai tifosi blaugrana, abituati da diversi anni ad uno show di altissimo livello e poco avvezzi alle difficoltà, peraltro fisiologiche, che si possono incontrare durante un ciclo vincente. La scarsa pazienza del pubblico e della stampa ha fatto perdere le staffe a Luis Enrique nell’ultima conferenza stampa. L’ex allenatore della Roma non ha gradito i fischi piovuti ingenerosamente sulla squadra al termine del primo tempo e all’inizio della ripresa nella sfida contro il Bayer Leverkusen. L’asturiano, senza mezze misure, ha preteso più rispetto dalla stampa ed un appoggio incondizionato da parte dei supporters. E in effetti c’è da prestare orecchio a questa richiesta di “Lucho”. Il periodo è piuttosto delicato, visto che qui si iniziano a delineare gli obiettivi della stagione. Questa sfiducia e tensione che accompagna la squadra non è salutare e può avere grosse ripercussioni sui risultati del team. O si rema tutti nella stessa direzione o il finale di questo fantastico 2015 potrà essere il preludio ad un 2016 da incubo. La risposta dell’ambiente nelle prossime gare sarà fondamentale.
 


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