1971-72: L'assolo del Papero

1971-72: L'assolo del PaperoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Alberto Fornasari
lunedì 3 gennaio 2011, 09:00Storia della Champions
di Oreste Giannetta

Vincere e andarsene. 40 anni prima di Mourinho anche Rinus Michels la pensa allo stesso modo accettando le pesetas del Barcellona e lasciando la sua creatura. Al suo posto arriva il rumeno Stefan Kovacs che ovviamente non stravolge l’impostazione del suo predecessore, limitandosi a dare maggior libertà d’azione ai fuoriclasse della squadra. Il cammino riparte dalla Dinamo Dresda, regolata facilmente per 2-0 in casa. Si rivede il Feyenoord, che ha rivinto il campionato approfittando delle distrazioni europee dei rivali e che di gol ne rifila addirittura 17 ai ciprioti dell’Olympiakos. A suon di gol avanzano anche il Benfica, il Borussia Mönchengladbach e l’esordiente Arsenal, mentre ha qualche problema il Valencia, anch’esso alla prima apparizione e in grado di eliminare l’Hajduk Spalato solo grazie al gol segnato in trasferta. Per l’Italia torna l’Inter, allenata da Invernizzi, che ha vinto il campionato in rimonta su Milan e Napoli grazie ai gol del capocannoniere Boninsegna. I nerazzurri rifilano un 4-1 all’Aek Atene, perdendo poi in Grecia a qualificazione ormai acquisita.
Agli ottavi ecco il Borussia e la famigerata “gara della lattina”. In Germania i tedeschi si impongono clamorosamente per 7-1, ma durante il match Boninsegna viene colpito da una lattina lanciata dagli spalti e l’Inter grazie all’avvocato Prisco ottiene la ripetizione della gara in campo neutro da giocarsi dopo quella di Milano. Sul loro campo i milanesi ottengono la vittoria per 4-2 per poi riuscire a conservare lo 0-0 a Berlino. Il resto del turno scorre senza grosse sorprese, con Ajax, Feyenoord, Celtic e Arsenal che avanzano a suon di gol, mentre il Benfica si impone solo di misura sul CSKA Sofia. Esce invece il Valencia, eliminato dagli ungheresi dell’Ujpest.
Appassionanti i quarti di finale. L’Ajax ferma la corsa dell’Arsenal, battuto sia in Olanda, con doppietta di Mühren, che ad Highbury grazie all’autogol di Graham. Il Celtic ha il compito più facile contro l’Ujpest, eliminato grazie alle reti dell’italo-scozzese Lou Macari. Il Feyenoord batte per 1-0 il Benfica a Rotterdam, ma viene poi clamorosamente travolto per 5-1 al ritorno. Il calcio latino torna dunque in semifinale e lo fa anche con l’Inter, che però fa tanta fatica per eliminare lo Standard Liegi. A Milano i nerazzurri si impongono grazie alla rete di Jair nel finale, mentre al ritorno è decisivo il gol di Mazzola per rendere indolore l’1-2 finale.
Decisamente meno spettacolari le semifinali, con un solo gol segnato in quattro partite. L’Inter va ai rigori con il Celtic dopo un doppio 0-0 e passa il turno grazie all’errore di Dixie Deans e alla trasformazione decisiva di Jair. L’Ajax risolve la sfida casalinga contro l’ostico Benfica grazie a Swart nella ripresa e poi riesce a tenere lo 0-0 a Lisbona. Gli olandesi volano dunque in finale, che si giocherà a Rotterdam, per difendere il titolo e vendicarsi del calcio italiano e milanese in particolare.
Il 31 maggio l’Ajax scende in campo coi favori del pronostico che spettano di diritto al campione in carica. L’Inter, che ha ormai pochi reduci dal ciclo di Herrera, punta tutto sulla sua difesa, ma si capisce presto che per battere quella squadra praticamente in casa sua ci vuole ben altro. Gli olandesi prendono il comando delle operazioni fin dall’inizio, ma il primo tempo si conclude a reti bianche. La difesa interista cede però al secondo minuto della ripresa quando, su cross dalla destra, il portiere Bordon esce male permettendo a Cruijff di concludere facilmente a rete con la porta spalancata davanti a lui. Il “Papero d’oro”, che già nella prima frazione aveva impaurito gli avversari con le sue discese devastanti, è il grande protagonista di questa finale e mette il sigillo mezzora dopo in maniera per lui inusuale. Corner dalla sinistra e stacco di testa a sovrastare il suo controllore Oriali. Per Cruijff è la consacrazione, che purtroppo per lui non arriverà mai in nazionale. In estate, infatti, la Germania Ovest di Beckenbauer vincerà l’Europeo e il Kaiser lo priverà del secondo Pallone d’Oro consecutivo. La stella di Cruijff e del suo Ajax però, continuerà a brillare.