Tanti auguri a... Julio Cesar, "l'acchiappasogni" del Triplete interista

Tanti auguri a... Julio Cesar, "l'acchiappasogni" del Triplete interistaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
sabato 3 settembre 2016, 20:00Curiosando
di Federico Mariani

Un fremito, un sospiro interrotto ed il tuffo. Un balzo verso quel pallone calciato violentemente in direzione della porta. Un allungo per ghermire e deviare la sfera, allontanandola dalla rete. Poi le occhiate verso gli avversari e verso il pubblico. Julio Cesar ha guardato gli altri calciatori e gli spettatori quasi di sfuggita al Campo Nou e a Madrid, rialzandosi da terra, dopo aver compiuto autentiche prodezze sulle conclusioni di Leo Messi e Arjen Robben. Tiri diretti verso la destra del portiere brasiliano. Una stoccata rasoterra quella della Pulce argentina nella semifinale, una parabola ripida ed insidiosa quella dell’olandese nell’atto conclusivo della Champions League 2010; eppure entrambe le conclusioni non hanno trovato la rete, ma le mani di un fuoriclasse nel proprio ruolo, capace di risolvere le partite a modo suo. Già, perché quegli interventi prodigiosi furono ganci pesantissimi per il morale degli avversari ed autentiche spinte per l’Inter di Mourinho verso un’impresa sportiva clamorosa: la realizzazione di una storica tripletta, formata dalla Coppa dalle grandi orecchie, dal campionato e dalla Coppa Italia. Tre trofei che hanno arricchito ulteriormente un palmares importante, che, in Italia, recita 5 scudetti, 4 coppe nazionali e 4 Supercoppe italiane. Un bottino considerevole.

Ma Julio Cesar è stato un portiere straordinario non solo per quanto ha vinto. Ha sempre avuto nella reattività e nel colpo di reni i suoi punti di forza, ma ha saputo coniugare queste abilità con un ottimo gioco con i piedi e con uscite dai tempi precisi anche fuori dall’area. È un estremo difensore completo, capace di parare con ogni parte del corpo e di scegliere con attenzione il tipo di intervento da utilizzare sulle possibili conclusioni. Dopo l’Inter, il Qpr ed il Benfica, con l’obiettivo di essere ancora protagonista in Champions League e con la sua Seleçao, abbandonata in seguito al naufragio casalingo. Non basterà quell’1-7 a cancellare il segno indelebile lasciato in Italia ed a tratti anche in Europa. L’impresa del 2010 lo consegnerà inevitabilmente alla leggenda. Oggi il campione brasiliano soffia 37 candeline, ma continuerà ancora a volare tra i pali per questa stagione.