Auguri a Sami Hyypia, asso di coppe del Liverpool

Auguri a Sami Hyypia, asso di coppe del LiverpoolTUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 7 ottobre 2016, 11:00Curiosando
di Federico Mariani

Ci sono attimi in cui si può toccare il cielo con un dito. Ci sono istanti in cui tutto sembra possibile. Sami Hyypia deve averlo pensato il 25 maggio 2005, al termine di una delle partite più pazze di sempre. Il suo Liverpool operaio aveva appena superato ai calci di rigore il Milan stellare di Carlo Ancelotti, dopo essere stato sotto 3-0 al termine del primo tempo. E lui aveva dato un contributo importante per la vittoria finale, resistendo alle folate ad agli attacchi continui portati dai rossoneri Crespo, Shevchenko, Kakà e Tomasson. I suoi interventi puntuali, la sua attenzione ai dettagli della fase difensiva ed un buon senso tattico avevano dato una spinta in più per arrivare al successo, anche quando sembrava impossibile. Per Sami sollevare la coppa dalle grandi orecchie è probabilmente la più grande soddisfazione della sua incredibile carriera. Farlo in quel modo, con una rimonta straordinaria dà un ulteriore risalto al trionfo.

Tuttavia, la serata magica del 2005 non è stata l’unico lampo di questo grande campione. Finlandese, nato a Porvoo, il 7 ottobre di 43 anni fa, è diventato dal 1999 una bandiera del Liverpool, club con cui ha scritto le pagine più belle della sua carriera e tanti capitoli di una delle squadre più gloriose della Premier League. Il 2001 è stato probabilmente uno degli anni più spettacolari per lui. Vincere la Coppa Uefa è una grande soddisfazione, ma farlo nello stesso anno in cui sono finite in bacheca anche League Cup e FA Cup è un’impresa straordinaria. Una tripletta celebrata ancora adesso dai supporters dei Reds. Anche in quell’annata vissuta follemente c’è tanto di suo. Umile e silenzioso, mai banale e scontato, Hyypia è riuscito a ritagliarsi uno spazio rilevante tra le leggende del popolo rosso di Liverpool. Probabilmente il merito è più per la sua solidità mentale, che per un talento straripante. E forse è anche per quel suo modo di incarnare la mentalità dei Reds ed il “don’t stop believing” che si respira ad Anfield Road.