Maradona, quando Mosca fu il suo capolinea

Maradona, quando Mosca fu il suo capolineaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 14 marzo 2011, 08:00Campioni senza Coppe
di Gaetano Mocciaro
La Coppa dei Campioni premia la squadra migliore, ma spesso i giocatori migliori sono altrove. Andiamo alla scoperta delle stelle internazionali che mai sono riuscite a sollevare la coppa dalle grandi orecchie.

Puoi essere il più grande calciatore di sempre e non riuscire ad alzare la Coppa dei Campioni. E nemmeno sfiorarla. Basta fare un nome: Diego Armando Maradona. Certo, altri tempi. All’epoca nel massimo trofeo continentale ci andava solo il campione nazionale e per molti giocatori questo trofeo diveniva un’occasione rarissima. Nel caso di Maradona è successo di disputarla in due occasioni, entrambe con la maglia del Napoli.


La dea bendata, nel caso della prima partecipazione, non fu certo benevola. Lo storico esordio dei partenopei fu contro il grande Real Madrid. In quel periodo i blancos stavano vivendo uno dei momenti migliori della loro storia, dominando in Spagna (arriveranno a vincere 5 titoli consecutivi) e dicendo la loro anche in Europa, con due Coppe Uefa (1985 e 1986) portate a casa nel giro di due anni.

Era il Real della famigerata “quinta del Buitre” e di Hugo Sanchez, che al Bernabeu fece di un solo boccone il ciuccio. Maradona, tornato nel teatro delle merengues tre anni dopo l’esperienza col Barcellona fece scena muta. Il finale di 2-0 per i blancos costrinse il Napoli all’impresa nel match di ritorno. Davanti a un san Paolo gremito (82.000 spettatori, ma le cronache raccontano anche di diversi “portoghesi” che fecero lievitare la capienza) Maradona trascinò ai suoi a una partenza di fuoco, tanto da trovare nelle prime battute l’illusorio vantaggio con Francini. Il pari di Emilio Butragueño, però, chiuse di fatto la contesa e l’avventura dei Campioni del Napoli, rimandando l’appuntamento con la coppa dalle grandi orecchie di tre anni.

In mezzo, Maradona ha avuto tempo di regalare il primo trofeo internazionale dei partenopei: la Coppa Uefa nella doppia finale con lo Stoccarda, oltre al secondo scudetto, che vale il pass per il secondo tentativo in Coppa dei Campioni. E’ settembre del 1990 è stavolta l’urna sorride: pescato l’abbordabile Ujpesti Dozsa, fresco campione d’Ungheria. E’ un Maradona show al San Paolo. Dopo il vantaggio azzurro firmato Marco Baroni il “diez” firma il 2-0 in maniera spettacolare: stoppa di petto un cross di Careca e in girata di sinistro mette il pallone nell’angolino più lontano. Nella ripresa ancora Maradona approfitta di un’incertezza del portiere magiaro soffiandogli in scivolata il pallone e depositandolo ancora col sinistro. Il 3-0 finale rende la trasferta a Budapest una semplice formalità. Il Napoli vincerà 2-0 grazie alle reti di Incocciati e Alemão.

Il secondo turno è ben più ostico, ma comunque alla portata del Napoli: lo Spartak Mosca, all’epoca campione d’Unione Sovietica. Lo 0-0 di Napoli rimanda tutto al ritorno e lì si consuma il giallo. Maradona dopo i mondiali del ’90 ha preso la parabola discendete: indolente e sempre più ingestibile, non si presentò sull’aereo che avrebbe dovuto portare a Mosca. In Russia ci arrivò comunque con un volo privato. Il gesto però non rimase del tutto impunito, tanto da indurre l’allenatore Alberto Bigon a spedirlo in panchina. Venne buttato nella mischia a mezz’ora dalla fine, nel gelo dell’allora stadio Lenin (oggi Luzhniki). Tuttavia il suo apporto non servì a rompere l’equilibrio. 0-0 finale fino ai calci di rigore. Diego segnò il suo penalty, ma non bastò. Baroni aveva sprecato quello precedente, i russi, al contrario, impeccabili. Il rigore decisivo trasformato da un giovane Mostovoi mise la parola fine all’avventura del Napoli, che da allora lo non ha più assaggiato il gusto della massima competizione europea. Riguardo Maradona quella fu la sua ultima apparizione in una competizione continentale, prima di prendere definitivamente la parabola discendente: da lì a pochi mesi la squalifica per doping e la fuga da Napoli.

Il suo bilancio complessivo è di un’eliminazione al primo turno e una al secondo, con 6 presenze all’attivo e due reti segnate. Davvero troppo poco per il più grande di tutti i tempi.