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2002-03: Al Milan la Coppa italiana

2002-03: Al Milan la Coppa italiana

© foto di Alberto Fornasari
 di Oreste Giannetta   vedi letture

L’estate del 2002 è quella del mondiale asiatico, della rinascita di Ronaldo e del suo clamoroso trasferimento al Real Madrid. L’Inter si trova dunque a far fronte al suo “tradimento” poche settimane dopo la lancinante beffa del 5 maggio, quando in un pazzesco pomeriggio romano è passata dallo scudetto, regalato alla Juventus, al terzo posto con tanto di preliminari da disputare. L’avversario non è nemmeno dei più agevoli, lo Sporting Lisbona, ma dopo il pari a reti bianche dell’Alvalade i nerazzurri di Cúper sistemano tutto nel primo tempo del ritorno, con le reti di Di Biagio e Recoba. Anche il Milan torna in Champions League dopo un anno di purgatorio. Alla guida dei rossoneri c’è Ancelotti, arrivato nell’autunno del 2001 dopo il brevissimo regno di Fatih Terim. I cechi dello Slovan Liberec non sono certo avversari da togliere il sonno, eppure nonostante Inzaghi timbri il cartellino sia a San Siro che al ritorno, gli ultimi quarantacinque minuti vedono la rimonta avversaria, per fortuna fermata a un gol di distanza dall’impresa. Impresa che invece riesce al Maccabi Haifa, prima israeliana a centrare la fase a gironi battendo lo Sturm Graz. Tutto semplice invece per le altre big, dal Barcellona al Manchester United, dal Bayern Monaco al Feyenoord, dalla Dinamo Kiev al Newcastle. Sorprende solo l’ambizioso Basilea, che riesce ad eliminare il Celtic.
Poche sorprese anche nella prima fase a gironi, che comincia a regalare troppe partite inutili con squadre tagliate fuori già dopo tre gare. Tutte le italiane sembrano finalmente brillanti, dopo anni di difficoltà. La Juventus, tornata subito vincente con Lippi, precede Newcastle, Dinamo Kiev e Feyenoord, perdendo solo in Inghilterra, ma senza mai mettere in discussione il primato. Primo posto anche per l’Inter, che perde in casa col Lione, ma poi va a vincere ad Amsterdam con l’Ajax, che lo accompagna alla seconda fase beffando i francesi, incapaci di battere il fanalino di coda Rosenborg. Tutto facile per il Milan, che chiude il discorso con quattro vittorie di fila, per poi perdere le ultime due. Ad accompagnarlo è il Deportivo la Coruña, mentre il Lens precede il deludente Bayern Monaco. La Roma parte male, subendo un 3-0 all’Olimpico dal Real Madrid, ma si rifà andando ad espugnare il Bernabeu con la rete di Totti. Pur non entusiasmando le due guadagnano la qualificazione, perché Aek Atene e Genk non sono certo avversari temibili. Negli altri gironi saluta il Liverpool, stoppato dal Basilea all’ultima giornata, mentre il Valencia veleggia senza problemi. Arsenal, Borussia Dortmund, Manchester United, Bayer Leverkusen e Barcellona fanno il loro dovere, con i catalani a punteggio pieno e accompagnati dal Lokomotiv Mosca, in un girone materasso.
Nella seconda fase il Barcellona continua a viaggiare spedito, pareggiando solo a Milano con l’Inter e vincendo il girone. I nerazzurri si guadagnano la piazza d’onore andando a vincere in casa del Leverkusen già eliminato e tenendo a distanza il Newcastle. Fatica più del previsto la Juventus, che parte bene prima di incappare in due sconfitte col Manchester United, comodamente primo. I bianconeri si conquistano la qualificazione in pieno recupero col Deportivo, grazie a Tudor, per poi concedere i tre punti anche al Basilea. Continua a sorprendere il Milan che, inserito nel girone con Real Madrid, Borussia Dortmund e Lokomotiv Mosca, vince nuovamente le prime quattro partite, tutte per uno a zero, per poi lasciare sei punti a spagnoli e tedeschi, coi primi che hanno la meglio per il secondo posto grazie al gol vittoria di Ronaldo a Mosca nell’ultimo turno. A non far realizzare un clamoroso enplein è la Roma, che parte malissimo con tre sconfitte, per poi rialzare la testa con un bel 3-0 a Valencia. Il successivo pareggio ad Highbury e quello casalingo con l’Ajax, però, mettono fine al cammino degli uomini di Capello.
Alla Spagna, dominatrice degli ultimi anni, si è aggiunta ora l’Italia, tornata grande grazie alle tre storiche padrone della Serie A. Uniche intruse il Manchester United e l’Ajax, che vengono subito tolte di mezzo. I Red Devils restano in corsa dopo la sconfitta al Bernabeu grazie alla rete di Van Nistelrooy, ma all’Old Trafford si scontrano con un Ronaldo in formato gigante, che porta avanti i suoi per tre volte, di fatto annullando subito le speranze di rimonta degli inglesi, alla fine vittoriosi ma solo con un inutile 4-3. Il Milan si occupa dell’Ajax, ma lo fa con parecchie difficoltà. Il pareggio a reti bianche di Amsterdam rende necessaria la vittoria casalinga. Inzaghi e Shevchenko portano avanti per due volte i loro colori, ma Litmanen e Pienaar annullano lo svantaggio. La beffa sembra dietro l’angolo, ma al primo minuto di recupero ancora Inzaghi riesce a trovare il modo di beffare il portiere avversario con un pallonetto, anche se Tomasson lo priverà del gol toccando sulla linea. I due confronti italo-spagnoli degli altri campi vedono trionfare in entrambi i casi l’Italia. L’Inter capitalizza col Valencia l’1-0 di Milano firmato da Vieri, andando a segno immediatamente col suo bomber anche al Mestalla. Gli iberici tentano poi la rimonta, fermandosi però sul 2-1. La Juventus, dopo l’andata, sembra quella messa peggio, visto che a Torino Saviola risponde a Montero, mettendo il Barcellona in pole position in attesa del ritorno al Camp Nou. In Catalogna Nedved spaventa il pubblico di casa ad inizio ripresa, ma Xavi manda tutti ai supplementari un quarto d’ora dopo. Supplementari decisi, quando mancano sette minuti al termine, dalla deviazione a centro area di Zalayeta su cross di Birindelli. Ancora una volta è la Juve operaia a farsi valere.
Con tre semifinaliste su quattro è d’obbligo uno scontro fratricida e caso vuole che sia proprio il derby di Milano a dover decidere una delle due protagoniste della finale. Sono due gare tiratissime, concluse entrambe in parità. Per fortuna dei rossoneri il pareggio con gol è il ritorno in casa dell’Inter, quando Shevchenko e Martins sono autori del botta e risposta che manda a Manchester la squadra di Ancelotti e segna la nuova beffa per gli uomini di Cúper. A far sì che la finale sia tutta tricolore è la Juventus, che dopo il Barcellona elimina anche l’altra grande di Spagna, il Real Madrid. Al Bernabeu Ronaldo e Trezeguet si scambiano i colpi nel primo tempo, prima che Roberto Carlos firmi il successo dei bianchi nella ripresa. A Torino, però, ancora Trezeguet, Del Piero e lo scatenato Nedvĕd non danno scampo ai Galácticos, che tornano in vita troppo tardi con Zidane, quando manca un minuto al novantesimo. L’unica nota negativa di una giornata perfetta è l’ammonizione subita da Nedvĕd, che impedirà alla Furia Ceca, di prendere parte alla finale.
Privi del loro uomo più in forma, i bianconeri di presentano all’Old Trafford comunque con una formazione di tutto rispetto, con Buffon in porta, Thuram e Ferrara a guidare la difesa, Camoranesi e Zambrotta a spingere sulle fasce e l’affiatata coppia-gol formata da Trezeguet e Del Piero. Non da meno il Milan, con Costacurta e Maldini punti di incontro con l’ultimo trionfo, quello del 1994. La difesa è poi rafforzata da Nesta, mentre a centrocampo Gattuso copre e Pirlo inventa, dietro ad un reparto offensivo ricco di fantasia con Rui Costa, Seedorf e Shevchenko a supportare la fame di gol di Pippo Inzaghi. Chi si aspetta spettacolo deve però ricredersi. L’unico brivido lo regala Shevchenko, con un gol che viene annullato per posizione irregolare di Rui Costa, davanti a Buffon al momento del tiro dell’ucraino. Nemmeno l’infortunio del subentrato Roque Júnior, che nel finale lascia i milanesi in dieci, da la sveglia ad una Juventus che ancora una volta paga il peso della sua storia piena di finali maledette. I rigori sono dunque l’epilogo scontato di una delle finali più noiose degli ultimi anni. Trezeguet costringe subito i suoi a rincorrere, facendosi parare il tiro da Dida, ma Buffon rimette le cose in parità respingendo la conclusione di Seedorf al secondo turno di tiri, dopo le realizzazioni di Serginho e Birindelli. I successivi errori di Zalayeta e Kaladze non spostano l’equilibrio, mentre dopo l’ennesima parata di Dida, su Montero, ci pensa Nesta a riportare avanti i rossoneri. Del Piero tiene in corsa la Juventus confermandosi infallibile dal dischetto e lasciando il peso di decidere il match a Shevchenko. L’ucraino si presenta sul dischetto, un paio di fuggevoli sguardi all’arbitro, e spiazza Buffon regalando al Milan la sua sesta Coppa, dietro al solo Real. Ancora una volta l’Europa sorride ai rossoneri e bastona la Juventus, che manca il double dopo lo scudetto appena rivinto.
 


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