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Cholo - Zizou, Atletico - Real: due tecnici e due filosofie ad un passo dalla storia

Cholo - Zizou, Atletico - Real: due tecnici e due filosofie ad un passo dalla storia

© foto di Daniele Buffa/Image Sport
 di  Federico Mariani   vedi letture

Cholismo contro madridismo, poveri contro ricchi, colchoneros contro merengues. Vedetela come volete ma l’atto conclusivo di questa Champions League sarà soprattutto il remake della finale di Lisbona di due anni fa. È già successo in due occasioni che le finaliste di un’edizione si incrociassero nuovamente all’ultima gara due anni più tardi: è avvenuto tra Milan e Liverpool nel 2005 e nel 2007 (agli inglesi la storica rimonta di Istanbul, ai rossoneri la notte magica di Atene) e tra Barcellona e Manchester United nel 2009 e nel 2011 (in entrambi i casi Guardiola beffò Ferguson).

Madrid è già in fermento. La capitale spagnola sarà anche il punto di riferimento del calcio europeo: a prescindere da chi solleverà la coppa dalle grandi orecchie, sarà la città ad aver conquistato il maggior numero di Champions League, superando Milano (11 a 10 per i madrileni). C’è grande curiosità attorno ad una sfida sempre sentitissima e speciale. Negli ultimi anni l’Atletico Madrid si è liberato del complesso di inferiorità verso i cugini blancos ed è tornato non solo a vincere i derby ma anche a conquistare trofei, ad avere la consapevolezza di essere una squadra vincente. Tant’è che negli ultimi incroci tra le due squadre l’armata di Diego Simeone ha sempre avuto la meglio sul Real Madrid. Le merengues non vincono un derby dal ritorno dei quarti di finale della Champions League della scorsa stagione: per il resto solo batoste contro i colchoneros. Tuttavia, guardando all’ambito europeo, i blancos possono sorridere visto che hanno dalla loro la vittoria del 2015 e la storica finale del 2014, con il gol di Sergio Ramos a tempo scaduto a gelare il cuore dei tifosi dell’Atletico, ad un passo dalla gloria. Quel ricordo è la forza dei madrileni bianchi, che sognano di bissare quel successo e di alzare al cielo l’undicesima coppa, ed è lo spauracchio e l’incertezza della parte a strisce biancorosse della capitale spagnola.

Eppure la storia è fatta per essere riscritta, si può fare in ogni momento. Diego Simeone lo sa ed è consapevole di avere un’occasione ancora più ghiotta di quella presentatasi due anni fa: il Real Madrid di Zidane è piuttosto distante dalla squadra di Ancelotti che si presentò all’atto conclusivo con un impressionante 4-0 sul Bayern Monaco, in terra tedesca. Una prova di forza clamorosa, che dava l’idea di chi fosse realmente favorito. Quest’anno non è così: i blancos hanno cincischiato in quasi tutti i turni, rischiando grosso con la Roma, passando per il rotto della cuffia contro il modesto Wolfsburg e superando non brillantemente un Manchester City decisamente abbordabile. Insomma questo Real non fa così tanta paura. Simeone dovrà essere bravo a gestire la truppa e a non farsi sorprendere nel finale come due stagioni fa. In quell’occasione la sfortuna e l’inesperienza a gestire certe emozioni giocarono un brutto scherzo ai colchoneros. Ma, se è vero che ciò che non uccide fortifica, possiamo affermare che l’Atletico è uscito alla grande da quella batosta morale e dalla rifondazione della squadra. Per questo può davvero compiere un’impresa incredibile.

Dall’altra parte c’è Zidane che vuole vincere la sua prima Champions da allenatore ed emulare Guardiola che al primo colpo vinse tutti i trofei disponibili. Se non fosse per la scellerata gestione di Benitez, il Real Madrid starebbe lavorando per un incredibile Triplete. O forse proprio grazie all’eliminazione dalla Copa del Rey e all’esonero del tecnico spagnolo, la squadra si è improvvisamente ritrovata arrivando a sognare una doppietta incredibile, vincendo Liga e Champions nello stesso anno e la coppa dalle grandi orecchie a due soli anni di distanza, come fecero proprio gli odiati blaugrana. Zidane ha una rosa straordinaria e può vincere nonostante un gioco poco brillante. Sarà sicuramente una finale molto contratta e tattica ma, allo stesso tempo, carico di quelle emozioni che solo un derby può regalare.


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